Dovetti concludere meco stesso che veramente di cotest’uomo ero più sapiente io: […] costui credeva sapere e non sapeva, io invece, come non sapevo, neanche credevo sapere.
Platone, Apologia di Socrate, trad. di M. Valgmigli, 21d, in Id., Opere, vol. I, Bari 1966, p. 39.
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